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gladiatore tattoo by @tiziano jungletattoo

I tatuaggi nell’Antica Roma

Oggi più che mai, la moda del tattoo rappresenta un autentico segno di distinzione tra gli appassionati del genere, ormai sempre più numerosi. Tuttavia, la storia del tatuaggio è stata molto controversa nei secoli. Il tattoo veniva infatti associato esclusivamente a gruppi marginali come accadeva nell’antica Roma, dove i tatuaggi venivano denominati “stigma”, ed erano eseguiti solo su schiavi, gladiatori e criminali; ecco quindi i significati legati ai tatuaggi nell’antica roma.

Successivamente, anche i soldati adottarono il tattoo come segno identificativo. Soltanto la nobiltà romana non portava tatuaggi. Pare però che l’Imperatore Caligola usasse tatuare persone di alto rango quando si rendeva necessario punirle, ottenendo così lo scopo di umiliarle pubblicamente. I mercenari ed anche gli schiavi in guerra erano tatuati in modo che potessero essere riconosciuti nel caso avessero disertato (a volte le stigme riportavano frasi come: “Sono uno Schiavo fuggito dal suo Padrone“).

L’imperatore Costantino stabilì che gli schiavi condannati a combattere come gladiatori potevano essere tatuati sulle gambe o sulle braccia, ma non in volto, poiché essendo creato ad immagine e somiglianza di Dio, doveva essere corrotto il meno possibile. Le celebri lettere tatuate sulla spalla di Massimo nel film “Il Gladiatore“, ossia: “S.P.Q.R.” sono l’acronimo di Senatus Populusque Romanus, che significa letteralmente “Il Senato e il Popolo Romano”.Per quanto riguarda il simbolismo, tra gli elementi più importanti nell’immaginario dell’antica Roma, sono presenti il lupo, la fenice, la balena,  l’avvoltoio, e il cane.

L’avvoltoio, anche se può sembrare bizzarro, era il simbolo della Vergine Maria, in quanto si pensava che questo animale nascesse non da un rapporto sessuale, ma dal vento. La balena invece veniva associata alla resurrezione di Cristo, ed è un riferimento contenuto nella Bibbia, più precisamente nella storia di Giona dove il protagonista rimase all’interno del ventre della balena per tre giorni, proprio come Gesù rimase tra le braccia della morte 3 giorni prima di tornare in vita.